Una Nota stonata… - di Francesco Capuano

Con la nota "La Regina della Pace", il Dicastero per la Dottrina della Fede ha dato il nulla osta al culto pubblico intorno alle presunte apparizioni di Medjugorje. C'è chi ha accolto con zelante entusiasmo questa decisione del Vaticano, come il giornalista Paolo Brosio, tenace devoto di Medjugorje. che ha dichiarato: "Ci sono voluti più di 40 anni, ma finalmente è arrivato il disco verde". Ma in cosa consisterebbe questo disco verde? Brosio rincara il suo entusiasmo con queste parole: "Quella del Vaticano è una decisione che rappresenta anche uno smacco per chi derideva e prendeva in giro chi ha deciso di credere". Quindi il disco verde sarebbe l'approvazione della fede nelle presunte apparizioni, in altre parole chi crede che a Medjugorje, dal giugno del 1981, la Regina della Pace sia apparsa ad alcuni ragazzi del luogo e che ancora appaia a qualcuno di loro, seppure altrove che a Medjugorje, secondo il Vaticano avrebbe ragione, dando così appunto quello smacco ai negatori beffardi.

Ma le cose stanno davvero così? Assolutamente no! Come ha chiaramente affermato il cardinale

Victor Manuel Fernandez, prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede, "Il papa non considera necessaria la dichiarazione di soprannaturalità". In pratica il suddetto Dicastero non ha riconosciuto la soprannaturalità delle apparizioni, cioè, per buona pace del Brosio, non ha dato alcuno smacco a chi rifiuta ancora di credere a ciò che considera solo una truffa ben orchestrata.

Con la nota "La Regina della Pace", si è voluto soltanto autorizzare il culto pubblico da parte del Clero dove prima era consentito solo il culto privato di chi voleva credere. Questa autorizzazione scaturisce dai frutti positivi che, secondo il Vaticano, il fenomeno Medjugorje avrebbe generato e che ancora potrebbe generare. Poco importa se qualcuno dal Cielo sia realmente apparso e ancora appaia a quei sedicenti veggenti, ciò che conta davvero sarebbero i buoni frutti di chi a quei presunti veggenti ha prestato fede. Questa incertezza sulla soprannaturalità del fenomeno sembrerebbe rifarsi al non constat de supernaturalitate - in italiano: non si riconosce la soprannaturalità - diverso sia dal constat de supernaturalitate, cioè si riconosce la soprannaturalità, che dal constat de non supernaturalitate, ovvero si riconosce la non soprannaturalità. In parole semplici non si riconoscerebbe nel fenomeno Medjugorje né l'origine divina né la truffa, ma se ne sospenderebbe il giudizio pur autorizzandone il culto pubblico.


Sebbene esistano precedenti di giudizio sospeso per altre apparizioni e fenomeni mistici a cui si concesse comunque approvazione della pubblica devozione, questi precedenti furono rari e fondati su inestricabile dubbio, mentre, ricordiamolo, la soprannaturalità del caso Medjugorje è sempre stata tenacemente negata dai vescovi della Diocesi di Mostar, a cui la località delle apparizioni appartiene, cioè il vescovo Pavao Zanic e il suo successore Rakto Peric. Soprattutto però quei pochi casi di giudizio sospeso furono precedenti al 1978, quando venne prodotto il documento Normae S. Congregationis pro doctrna fidei de modo procedenti in diudicandis praesumptis apparitionibus ac revelationibus, approvato da Paolo VI il 24 febbraio di quell'anno, in cui l'opzione dubitativa non constat de supernaturalitate non compare, rimanendo così una semplice prassi mai codificata e la cui possibilità era ora esplicitamente esclusa. Il documento approvato nel '78 infatti, ancora valido, riconosce come possibili soltanto le altre due opzioni, cioè o si riconosce che il fenomeno è autentico o che è falso, opzioni che - e cito dal documento -

"offrono agli Ordinari la possibilità di autorizzare o proibire il culto pubblico o altre forme di devozione tra i fedeli". Una soluzione sensata: la verità innanzitutto, poi la devozione e tutto il resto!


Da cosa deriva allora questa curiosa autorizzazione al culto pubblico intorno al fenomeno di Medjugorje senza il necessario riconoscimento della sua soprannaturalità? Dal documento Nuove norme sui presunti fenomeni soprannaturali pubblicato nel maggio scorso e approvato da papa Francesco. E dunque cosa è successo? Perché si è voluto sorpassare il documento del '78 e approvarne un altro che di fatto norma l'opzione dubitativa e rende possibile ufficialmente il culto pubblico a un evento prima di conoscere la verità su quello stesso evento? Una precedenza che a noi non appare meramente temporale, ma anche qualitativa: il culto e la devozione precederebbero la verità in ogni senso! Anche se a Medjugorje non apparisse nessuno, anche se i sedicenti veggenti avessero ingannato e truffato milioni di persone, la cosa davvero importante sarebbe che a Medjugorje siano presenti un grande movimento spirituale e opere sociali. Ciò appare in linea con la frenesia ecumenica che caratterizza le Chiese cristiane da un cinquantennio a questa parte, a tal punto da smorzare in molti casi ogni spinta evangelizzatrice, perché ciò che conterebbe davvero non sarebbe la fede nella Divinità di Cristo e nella sua gloriosa Resurrezione - si veda Romani 10:9 - ma una qualsiasi pratica religiosa che convinca la persona di essere vicina a Dio e le dia norme morali condivisibili con il resto della società. D'altronde non è questo il chiaro senso della famigerata frase di Vicka, una dei presunti veggenti di Medjugorje, quando affermò categorica che la Vergine le avrebbe detto che "Tutte le religioni sono uguali davanti a Dio"? Era il 1° ottobre 1981. Cosa nasconde dunque questa strana risoluzione vaticana nei riguardi del fenomeno di Medjugorje? A cosa mirerebbe sul lungo termine? Vediamo di scoprirlo "affinché non siamo raggirati da Satana, infatti non ignoriamo le sue macchinazioni" - 2 Corinzi 2:11.


E' ormai evidente che la fede cristiana è in calo nel mondo Occidentale. Nella sola realtà italiana l'ateismo e l'agnosticismo hanno coinvolto un quarto della popolazione, lo stesso accade a livello europeo, dove i non credenti si attestano intorno al 20-25%. 

E quando non si ha a che fare con atei e agnostici o indifferenti religiosi, la situazione per le istituzioni ecclesiastiche si fa comunque pesante: in Europa si diffondono sempre più forme di religiosità prive di connotazioni ecclesiali, la cosiddetta spiritualità senza Chiesa. Ovviamente questi dati non sfuggono al Vaticano, che vede così venir meno la sua influenza sulla popolazione occidentale. Quale sarebbe dunque la soluzione a questo sfacelo imminente? L'adattamento! Se gli occidentali non sono più interessati a Dio, alla Bibbia e alla Dottrina cristiana, allora basta offrire loro ciò che vogliono! Se il Clero non può esistere più per evangelizzare, amministrare i sacramenti e fare Catechesi, non per questo deve smettere di esistere: può ancora legittimarsi per le sue opere sociali e i servizi psicologici e spirituali che può offrire. In altre parole, non importerà più credere che Gesù di Nazaret è Dio, che è davvero risorto dai morti ed è realmente apparso agli Apostoli e a più di cinquecento persone - 1 Corinzi 15:3.7 - dopo la sua crocifissione, quello che importerà sarà proclamare il suo universale messaggio di amore e fare del bene. E quale ateo, agnostico o qualsiasi altra persona indifferente a Dio potrebbe non essere d'accordo con questa moderna visione del Cristianesimo?


Dunque anche in un mondo completamente ateo e agnostico o in un mondo caratterizzato da una spiritualità senza dottrina né sacramenti il Clero potrebbe benissimo continuare ad esistere e ad estendere il suo potere sociale. Ma cosa c'entra la questione di Medjugorje con tutto ciò?


Ebbene, con la sospensione del giudizio sulla realtà delle apparizioni e l'approvazione del culto pubblico fondata esclusivamente sulla spiritualità e le opere sociali, si sta spianando la strada culturale a tale Cristianesimo del futuro, quello dove il giudizio sulle apparizioni di Cristo risorto potrà e dovrà restare sospeso, ma non per questo diventerà inutile la funzione cultuale del Clero, fondandosi e orientandosi questa ormai non più sulla Verità e una visione escatologica dell'esistenza, bensì sui frutti sociali immanenti, facilmente condivisibili da tutti o quasi.


Ma il Cristianesimo non potrà mai essere questo, non potrà mai far precedere la devozione e la spiritualità alla Verità, perché, come scriveva l'apostolo delle genti, "se Cristo non è risorto vana è la nostra predicazione e vana pure la vostra fede... se abbiamo sperato in Cristo soltanto per questa vita siamo da compiangere più di tutti gli uomini. Ora invece Cristo è risorto dai morti!" - 1 Corinzi 15:14.19s. Se dunque per Paolo la verità dell'evento pasquale era fondamentale e più importante di qualsiasi conseguenza terrena di quell'evento, per quanto positiva, come può un cristiano accettare una tale ambiguità nel giudizio sulla soprannaturalità di un evento oggetto di culto pubblico? Blocchiamo questa aberrazione fin dal suo nascere, perché non sia troppo tardi!

Blocchiamo l'ennesima azione dell'Anticristo!

FC

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